Un breve commento.
Da Aliano, paese dove è stato
confinato il Levi e dai suoi paesaggi, fino al Monte Viggiano, siamo quasi
a quota 1600, da dove lo sguardo può spaziare fino alla Calabria ed al
Pollino, passando attraverso il bosco ed i colori del rosso autunno.
Dagli scavi archeologici di Grumentum
al lago Pertusillo, l'invaso da dove il Capo di Leuca attinge l'acqua e
che dalle immagini si vede quasi asciutto, attraversando borghi antichi e
piccoli paesi di montagna.
Le immagini, che ciascuno dei
partecipanti alla gita si porterà nel cuore, sono riassunte nella breve
rassegna di foto.
Poche parole, solo per ringraziare
delle persone speciali.
Rita Greco, che ha poeticamente
espresso i nostri sentimenti, nel suo “Diario di Viaggio”, che con le
immagini speriamo di riuscire a commentare sufficientemente.
Il Dott. Antonio Micucci, già Sindaco
di Missanello e Vice Presidente della Comunità Montana, per noi tutti
semplicemente “Tonino”.
Guida esperta, premurosa ed
insostituibile.
E' riuscito a trasmettere a tutti noi
l'amore viscerale per la sua terra, riuscendo a farci innamorare dei
luoghi meravigliosi che abbiamo visto e visitato e che rimarranno nei
nostri ricordi più cari.
Carmelo Chirivì
GITA IN BASILICATA ORGANIZZATA
DALL'ORATORIO L'1 e il 2 NOVEMBRE 2008
ALIANO: IL PAESE DEL “CRISTO SI E'
FERMATO A EBOLI”.
SENTIMENTI
Quello che ho provato nel visitare
questo luogo è innanzitutto stupore.
Le montagne, quasi come file di
personaggi in veste riverente, assumono l'aspetto di imperatori, di eroi,
di re MAGI, guidati dalla stella cometa e giunti in una nuova Betlemme.
Rocce nude, vestite solo di ciuffi di
vegetazione sulle cime, formano uno scenario unico, dove il tempo pare si
sia fermato e ti permette di gustare la religiosità che regna intorno.
Improvvisamente una raffica di vento
investe le montagne, che, per prime, riconoscono ciò che sta accadendo.
Cambiano di colore i loro versanti, ma resistono perché non temono gli
effetti atmosferici e subito s'illuminano di una luce intensa che mette in
risalto scalinate scoscese, casette scavate nelle buche, vecchi balconi
affacciati nella valle.
Si diffonde un senso di pace, di
raccoglimento, di ringraziamento. Forse è cosi che si avverte il senso del
divino.
Come le montagne scarne, ci si sente
spogliati del superfluo e vestiti di verità, quella verità che mette in
luce l'essenzialità.
Capisco allora che, per ritrovare il
nostro io, è necessario allontanarsi da rumori invasivi, dalle apparenze
che denotano falsità e superficialità.
In un ambiente cosi singolare si
assapora una gioia rara.
Il mito delle montagne racconta della
gente del posto:gente semplice che bada solo all'essenziale, seria in
volto, un volto segnato dalle fatiche per la sopravvivenza e al tempo
stesso fiera per quella forza interiore, la sola capace di intuire, capace
di imparare l'arte
dell'”arrangiarsi”.
Gli occhi attenti e spalancati, come
se volessero partorire la saggezza dell'antichità pastorale e contadina,
ci sollecitano ad apprezzare le comodità e gli agi della nostra epoca e a
farne un uso intelligente.
E' questa una consapevolezza che
affonda le radici nel mio cuore e che perciò mi insegna a collocare al
primo posto ciò che dà un senso all'esistenza.
Rita Greco