
Se io fossi acqua, documentario sul dramma
dell’alluvione nella Valle del Pignone in TV su "Linea Verde" (12/05/2013)
Tra gli autori il nostro Gino Martella, biologo dell'ARPAL
"Se io fossi acqua" è un documentario che narra il dramma e la
rinascita di una comunità colpita dall’alluvione del 25 ottobre 2011,
nella Valle del Pignone.
Gli Autori
Massimo Bondielli (Autore & Regista)
Regista–documentarista formatosi presso la scuola d’arte cinematografica
di Genova e attraverso corsi di specializzazione.
Ha realizzato varie opere video in più settori ricevendo diversi
riconoscimenti. Da alcuni anni si è avvicinato al documentario cercando di
raccontare storie che vale la pena vivere.
Luigi Martella (Autore)
Biologo salvese con master in diritto ambientale e laurea in urbanistica e
pianificazione territoriale ed ambientale. Attualmente lavora presso l’ARPAL
e collabora in progetti di ricerca, formazione e pianificazione
territoriale. Da qualche anno ha iniziato a camminare, chiedendosi come e
a chi raccontare le proprie esperienze a chilometro zero.
Marco Matera (Autore)
Oltre all’attività di chimico, che svolge in ARPAL, si occupa di coaching
sistemico. È specializzato in Solution Focus, un approccio che valorizza
ciò che funziona focalizzando così il processo di ricerca delle soluzioni.
Da qualche anno sta portando in Italia questo approccio.
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Gino Martella |
L'idea, il progetto e la sua realizzazione
Nei giorni successivi all’evento alluvionale che interessò,
sconvolgendolo, parte del territorio delle Cinque Terre, della Val di Vara
e della Val di Magra, il nostro Luigi Martella si trovò – per
lavoro – sul torrente Pignone, in una piccola valle in sponda destra del
Fiume Vara, nello Spezzino, in Liguria. Subito dopo l’alluvione era già
stato a Brugnato e Rocchetta Vara con i ricercatori del CNR di Torino e
dell’Università di Genova e poi a Vernazza a “camminare” per via Roma,
sopra 5 metri di fango.
Ma fu particolarmente colpito dalla desolazione incontrata percorrendo la
valle del torrente Pignone. Come se “uno Tsunami fosse venuto dai monti!”
Ancora ricorda una signora, abitante di una casa isolata a valle del
piccolo borgo di Memola, che appena vide l’auto dell’ente per il quale
lavora (ARPAL), vi si gettò contro chiedendo aiuto e sostegno, affinché
non ci si dimenticasse di lei e di quella terra. Luigi non poté far altro
che ascoltarla e confortarla. Ma si sentì impotente.
Tornato in ufficio, Luigi ne parlò con Marco già impegnato, come tecnico
di laboratorio, nell’emergenza a dare il suo supporto. Decisero di provare
a raccontare quelle storie di abitanti di una sperduta vallecola
dell’Appennino ligure. L’idea c’era, così come la tensione emotiva, ma non
era chiaro come realizzare un documento video. Così, al “progetto
intenzionale” di Luigi e Marco, si aggiunse Massimo e grazie al suo lavoro
di documentarista e regista, si diede inizio alla realizzazione dell’idea.
A partire dal novembre del 2011, i tre iniziarono a raccogliere i racconti
e a filmare i volti degli abitanti di questa valle. Da subito emerse un
quadro umano caratterizzato da una forte e profonda identità e coscienza
dei luoghi abitati, legami di lunga durata che sono la forza di questa
comunità locale.
Il “progetto” ha visto Luigi, Marco e Massimo impegnati costantemente per
oltre 10 mesi in Val di Vara. Con tale lavoro si è cercato di realizzare
un documentario che, partendo dall’evento tragico dell’alluvione esplori,
con delicatezza, l’animo degli abitanti della valle del Pignone, nel
percorso che porta dal dramma alla rinascita del loro territorio, cercando
di narrare la coscienza di luogo che contraddistingue questa comunità.

Il documentario è un viaggio narrato dalle stesse voci di chi ha vissuto
in prima persona il dramma dell’alluvione del 25 ottobre 2011, il racconto
dei soccorritori e la voce dei tecnici che, a vario titolo, hanno
partecipato alla macchina della Protezione Civile ed hanno liberato dal
fango e dai detriti una valle. Il racconto di Carla si identifica con il
valore secolare delle piazze italiane. La poesia narrata di Agnese è una
lezione di territorialismo. Il volto di Giovanni trasmette la serenità ed
il carattere antico di un popolo. Le mani di Maura, che ricamano dei mazzi
di fiori di zucca, ricordano le mani delle tante donne che hanno fatto
l’Italia. La voce di Marino è capace di sciogliere il ghiaccio che
ciascuno di noi si porta dentro. E tanti altri ancora.
Il documentario non si limita a realizzare un racconto corale sul dramma
del 25 ottobre 2011. Esso si sviluppa nella testimonianza di una comunità
che reagisce prontamente allo scoramento iniziale ed al ritardo degli
aiuti economici e ricomincia a lavorare la propria terra, dopo averla
ripulita dai tronchi divelti e dai detriti, rimettendola in produzione
senza “saltare” la stagione della semina. Si ricostruisce l’impianto di
irrigazione dei campi; Raffaele a Pignone ed Enrico a Casale ne sono i
principali artefici. Si cominciano a produrre gli ortaggi tra cui la
famosa “patata di Pignone” e ci si prepara alla rinascita della Festa
degli Orti del 25 agosto 2012.
La solidarietà'
Una comunità in cui i valori profondi della solidarietà,
dell’appartenenza, del dialogo vengono vissuti prima ancora che
raccontati.
Il documentario prova a raccontare tutto questo, attraverso il linguaggio
universale dell’immagine e della parola.
Il filo conduttore del racconto è l’elemento acqua che diventa intimo
attraverso un rapporto-conflitto quasi famigliare perché, nonostante
quello che ha provocato, in fondo “l’acqua è la vita”. Quello che la
piccola valle del torrente Pignone ci mostra, spesso accade in decine e
centinaia di valli della nostra Italia, ma il più delle volte non viene
raccontato. La nostra società della tecnica e dei consumi richiede
velocità e si dimentica presto di quel che è stato. Noi abbiamo preferito
la lentezza. Abbiamo iniziato a camminare in Val di Vara ed a ci siamo
fatti raccontare le loro storie.

L'incasso della proiezione al "Cinema Nuovo" della Spezia devoluto in
beneficenza per la ricostruzione della Scuola di Pignone
L'angolo della Satira... (Elezioni 2013)

La conquista della Luna....
Chi tra i tre astronauti metterà
per primo
il piede sul suolo lunare?
Elezioni Amministrative 2013
Le Liste ed i simboli presentati per la competizione elettorale nel
Comune di Salve (26 e 27 Maggio 2013)
LISTA n° 1

CON NOI PER SALVE
Candidato Sindaco:
Francesco Villanova
Candidati Consiglieri:
Riccardo Buffelli
Sergio De Giorgi
Giovanni Lecci
Massimo Meli
Angelo Perrone
Giuliano Quaranta
Silvana Simone
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LISTA n° 2

SALVE CHE CAMBIA
Candidato Sindaco:
Carmelo Chirivì
Candidati Consiglieri:
Sabina Cosi
Giovanni Pepe
Giuseppa Salvadore detta Pina
Antonio Nuccio
Patrizia Pizzolante
Alessio Olimpio
Francesca Panese
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LISTA n° 3

INSIEME PER SALVE
Città di tutti
Candidato Sindaco:
Vincenzo Passaseo
Candidati Consiglieri:
Massimo Chirivì
Simona Conte
Nicola De Lecce
Irene Dongiovanni
Nicola Passaseo
Antonio Romano detto Enzo
Luigi Villanova detto Gino
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Salve, 29 Aprile
Presentazione della rete "Capo di Leuca Network"

PARROCCHIA di SAN NICOLA MAGNO – SALVE - DIOCESI di UGENTO – S. MARIA
DI LEUCA con il Patrocinio del Comune di Salve e della Provincia di Lecce
CONCERTO INAUGURAZIONE DELL' ORGANO A CANNE DI SALVE,
IL PIÙ' ANTICO DI PUGLIA E TRA I PRIMI D' EUROPA
L’Organo a canne "Olgiati-Mauro" di Salve risale al 1628 ed è opera di
Giovanni Battista Olgiati di Como e Tommaso Mauro di Muro. E' il più
antico e funzionante di Puglia e tra i primi d'Italia e d'Europa.
Domenica 5 Maggio alle ore 20, nella bellissima Chiesa "San Nicola Magno"
di Salve, questo gioiello d'arte organaria ritornerà a risuonare con
l’originale suono, frutto della ricerca scientifica e professionale di
Paolo Tollari, organaro di grande esperienza.
L’organo Olgiati-Mauro di Salve è un esempio raro in quanto sono
sopravvissute tutte le canne originali, sono state ricostruite solo 13
canne su 393 totali nel restauro del 1978 perciò vale la pena
ascoltare. Il concerto d'Organo sarà eseguito dal Maestro Francesco
Scarcella.
L'ingresso è libero.
Programma:
ore 20.00 Saluti di Don Lorenzo Profico,
Parroco di Salve. Interventi di Mons. VITO ANGIULI (Vescovo di Ugento – S.
Maria di Leuca), Dott. Daniela De Bellis (Alta Sorveglianza del
Funzionario Rstauratore Direttore della Soprintendenza B.S.A.E. per la
Puglia), Ing. Vincenzo Passaseo (Sindaco di Salve), Altre Autorità
FRANCESCO SCARCELLA - ORGANISTA (PROGRAMMA)
RESTAURATORE : DOTT. PAOLO TOLLARI
RESTAURO
Almeno dal tardo medioevo l’arte della costruzione degli organi nelle
chiese, praticata da maestri itineranti per lo più transalpini e
illustrata da ampia iconografia e documentaristica, mantenne nell’Europa
continentale ed insulare caratteristiche comuni che in talune regioni
meridionali perdurarono fedelmente fino al sec. XVII: canne del Principale
completamente in facciata e sulle verticali dei canali, progressiva
introduzione delle file separate nel Ripieno e dei registri Flauto ed
Organetto, file gravi del Ripieno raddoppiate nei soprani, effetti
speciali quali Tremolante, Uccelliera e Ance di varia foggia, somieri “a
tiro” e con canali per tasti “spezzati”, crivelli in cuoio con telaio
ligneo, ampie catenacciature in abete con registri “tirati” direttamente
dal fianco della cassa.
Finora erano noti alcuni esemplari
tardo-gotici e rinascimentali di questo genere di strumenti (S. Petronio
di Bologna, Con-cattedrale di Malta, Santa Caterina di Galatina,
Castelbuono di Sicilia) che però, a causa di scelte costruttive iniziali o
di modifiche successive, conservano solo una parte delle suddette
caratteristiche; l’unico organo in Europa che invece risulti oggi averle
mantenute simultaneamente tutte è il cronologicamente tardivo
Olgiati-Mauro (1628) della chiesa parrocchiale e collegiata di Salve nel
Salento: l’attuale restauro, condotto con criteri filologici dallo
scrivente, ha permesso di recuperarle quasi integralmente attraverso
l’individuazione, il restauro e la ricollocazione di molte parti originali
che agli inizi del Settecento furono variamente reimpiegate in modifiche
ed “innovazioni” allo strumento, alla cassa ed alla cantoria da parte dei
maestri gallipolini Chircher; altre parti lignee strumentali e decorative
del 1628 restano ancora nascoste nella cassa e nella cantoria in attesa di
un intervento completo su queste ultime.
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Paolo Tollari (Curriculum)
Paolo Tollari, nato a Fossa Mirandolese nel 1960, ha frequentato il Liceo
Classico di Mirandola e nel 1985 si è laureato cum laude presso
l'Università di Bologna con la tesi Gli organi dell'antico ducato della
Mirandola discussa con Oscar Mischiati. Cultore di storia locale ed
organaria, ha pubblicato migliaia di documenti d'archivio inediti. E’
stato docente di Organaria Storica nel Corso di Laurea in Organo
Liturgico istituito dal Conservatorio di Musica di Bologna in convenzione
con la Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna. Collabora con varie
Soprintendenze alla tutela e al censimento degli organi storici. Dal 1975
è organista della chiesa nel paese nativo; qui ha aperto una bottega
organaria dove con l'aiuto di alcuni collaboratori ha costruito 26
strumenti e restaurato sotto il controllo del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali 119 organi storici, specializzandosi in strumenti di
scuola bolognese, mantovana, bresciana, pistoiese e meridionale
(cattedrali di Modena e Gallipoli, seminari di Modena e Faenza, abbazia di
Nonantola, basiliche di San Pietro a Reggio Emilia, di San Quirino a
Correggio e di Santa Caterina a Galatina, collegiate di Mirandola,
Concordia, Mesagne, Leverano, Gagliano del Capo e Salve, arcipretale di
Poggio Rusco).
Associazione Donatori FIDAS Salve
25 Aprile, Festa dell'Aquilone
Anche quest'anno la rinomata manifestazione del Capo di
Leuca, la XXV Festa dell'Aquilone a Pescoluse marina di Salve, organizzata
dalla Fidas.
Una giornata all'insegna del divertimento, musica con i
South Express Blues band, giochi per adulti e bambini, gara dell' Aquilone
Artiginale ed una esibizione cinofila.
Evento di promozione alla Donazione del Sangue quale atto
di grande solidarietà.
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