Ai primi di dicembre del 1996 due contadini trovano nelle campagne di Salve,  alcuni animali morti.
I cadaveri di un cane, di un gatto e di quindici galline per qualche giorno attirano l'attenzione degli abitanti del piccolo paese.
Il "killer", come è definito, colpisce e scompare misteriosamente per ben due volte.

  

La storia può non sembrare poi tanto particolare, ma come è possibile che le tracce riscontrate non corrispondano a nessun animale conosciuto e presente nella zona e perchè le vittime presentano tutte tre piccoli fori sul collo o sul corpo?

  

Un giornale locale, il Quotidiano, il 20 dicembre riporta la notizia parlando di una "belva misteriosa", classificandola come un lupo, una volpe, o una faina, ma non riesce in alcun modo a giustificare né il modus operandi di questa né le impronte che vengono rilevate ed analizzate. Dei cacciatori inoltre ritengono che possa trattarsi addirittura un orso, ma alcuni escludono questa ipotesi per il fatto che questo non passerebbe certo inosservato in quei luoghi.

Un'impronta del "killer misterioso"

 

Il 22 dicembre viene effettuato un sopralluogo e vengono rintracciati i proprietari dei terreni.

   

Un'altra impronta 

Verso le 19.00, nel possedimento dove sono stati trovati il gatto e il cane, con una torcia elettrica ed un righello si constata che le impronte del "killer" sono circa di 5 cm di diametro, in contrasto con alcune misurazioni fatte giorni prima dalla Scientifica di Lecce: circa 9-10 cm. A parte questo, viene riscontrata una profondità minima di queste (dove il terreno è più duro) di 3-4 cm, fino a 6-7 cm (dove è più friabile); il proprietario riferisce che il cane e il gatto presentavano tre fori sul corpo (secondo alcuni contadini si tratta di zampate), non erano dissanguati completamente e non presentavano il rigor mortis anche molte ore dopo la morte.


In una piccola stanza, inoltre, degli oggetti erano sparsi sul pavimento (alcuni sostengono che forse i gatti impauriti, correndo per la stanza, li avevano gettati per terra).


Durante il sopralluogo, si nota un forte "ronzio" elettrico, dovuto ad una centralina posta nelle vicinanze.

Successivamente il campo d'azione cambia; l'altro casolare, infatti, si trova a quasi 1 km di distanza dal precedente.
Qui si nota una rete metallica di protezione, tranciata di netto dalla "belva" (a detta del proprietario, la rete è difficile da tagliare anche con delle tronchesi).

 
Dai fatti si deduce che questa, dopo aver trovato una porta sbarrata, tenta e riesce ad entrare da una piccola finestra che si trova a circa 1,5 m di altezza dal suolo.

 

La finestrella con evidenti graffi

L'orrenda fine delle galline

   

All'interno trova 15 galline, che uccide come il cane e il gatto, anche queste non sono completamente dissanguate, ma sono ricoperte da una sostanza verde gelatinosa che non viene raccolta per esami successivi (non si sà il perché) dalla Scientifica di Lecce; soltanto una gallina ha la "sfortuna", se così possiamo dire vista la sorte toccata a tutte, di essere divorata per metà.

 

La gallina semi-divorata

 

La sostanza verde gelatinosa


 

 


      


Tralcio di vite spezzato

Uno dei  segni sugli alberi

In questo casolare vi sono dei segni molto profondi ed evidenti su degli alberi e un tralcio di vite completamente "divorato" (si deduce che l'animale deve avere una forza incredibile, dal momento che è diffilcile spezzarne uno, al massimo è possibile tagliarlo). 

Anche qui si nota il "ronzio" elettrico di una centralina dell'ENEL.

 

Al rientro, verso le 21.00, i due contadini riferiscono che la storia della "belva" per l'intero paese potrebbe essere soltanto una noia: "Dal momento che una delle poche fonti di guadagno per il paese è la spiaggia attigua a Salve, una cattiva pubblicità non potrebbe far altro che allontanare la gente durante il periodo estivo..."
Nella zona, a detta degli abitanti, non sono state notate luci nel cielo o mancanza dell'erogazione della corrente elettrica (fenomeni che a volte accompagnano eventi simili).

 
Potrebbero esserci diverse spiegazioni per questa storia: si potrebbe trattare, infatti, dell'opera di una faina, per quanto riguarda le galline, ma come si spiegano la morte del cane e del gatto?
Potrebbero essere stati dei vandali, vedi per esempio la rete tranciata di netto e il tralcio di vite, ma come si spiega la sostanza gelatinosa che ricopriva le galline?

Rimane in ogni caso il fatto che nessuno ha visto né sentito niente, se si esclude un abbaiare di un cane in lontananza...

    


Inchiesta di Pierluigi Montinaro

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