Nicolino Turi è nato a Salve nel 1939 ed ha conseguito il diploma di maturità classica al Liceo "Pietro Colonna" di Galatina.

Ha studiato materie giuridiche all'università di Bari dal 1958 al 1962.

Nel 1963 ha composto la bellissima lirica "A Salve" .

  

Il suo primo quaderno di poesie è stato pubblicato nel maggio del 1971.

Nel settembre del 1980 ha vinto il V° Concorso Internazionale di Poesia "Aniello Califano" a Pagani (Salerno) con la poesia "Pastore senza gregge".

  

La sua seconda pubblicazione dal titolo "La luce!... la luce!... la luce!..." edita nel novembre del 1992 è stata premiata al 3° Concorso Provinciale di Poesia "Poiesis - G. Del Tufo" di Matino.

   

Il 29 dicembre del 1994 ha presentato la sua terza produzione in versi. L'opera ha per titolo: "Salento mia terra, mio mare, mio amore".

 

Nel 2005 ha pubblicato la sua ultima raccolta di poesie "Dai marosi e verso il sole".

 

Il 7 Agosto 2010 è stato insignito del prestigioso riconoscimento "Premio il Canto del Grillo" a cura dell'Associazione Centro Storico di Salve.

 


 

Migrammo

.

Paese, luoghi d'infanzia, cullati fra i giuochi d'un tempo,

perduti per anni, per colpa non mia!

Lo studio mi fece migrare, in terra nè amata, nè mia.

Gli amici migrarono altrove, lontano,

in terre più fredde e più amare.

Li spingeva avanti la fame, andavano muti nel vuoto,

lasciandosi dietro ogni sogno, ogni trama d'argento e d'amore.

Dopo lungo patire, tornammo, luoghi d'infanzia,

perduti per anni per colpa non nostra.

Portammo qualcosa per noi e per voi:

ridenti casette, colore dei prati e dei boschi,

e argento, lucido argento per la gioia dei nostri,

e sofferte e studiate parole, con le quali tento di fare poesia.

Abbiamo bagnato incolti letti

ed empito molte idrie di pianto, luoghi d'infanzia,

nelle notti insonni pel tormento d'amore.

Abbiamo portato soffrendo qualcosa, ora chiediamo ...

Che ci vien dato?

Dal vostro dolente, pensoso sorriso,

capiamo che niente è per noi.

Piangiamo gli amori perduti e i giuochi d'infanzia,

spezzati per colpa non nostra.

 

 

 

Pastore senza gregge

.

Nato tra ceppi rudi di campagna,

cullando sogni, su scomodi pagliai,

sono cresciuto fra l’odor del timo.

 

Nurago fu la mia casa, da fanciullo;

ogni sua pietra, i quadri preferiti,

in ognun d’essi del tempo la storia.

 

Del nuràgo sul tetto, sole amiche,

lontane amiche ebbi le stelle,

ma al mio cuor più vicina era la luna.

 

Lor luce era per me, ma luce fredda,

ancor più fredda del nevoso vento

e fui pastore senza gregge intorno.

.

 

Poesia premiata al

5° Concorso Internazionale

"Aniello Califano" a Pagani (Salerno)

settembre 1980

 

 

Nostalgia in treno

   

Sentirsi andare avanti

e aver nel cuore

un forte desiderio di restare.

 

Sospinto il corpo

il cuor si lega a un fil

che non vuol si spezzi.

 

Filo argenteo

del vibrar dei ricordi

e delle liete illusioni,

forgiato dalle ansiose

fughe d'amore.

E dunque andrei lontano

dalle cose care?

Realtà questa non vera,

perchè io sono nei luoghi

dell'inizio del viaggio.

 

Sono con te, mio mare,

sciabordante pei litigi col vento;

con te, mia terra,

calda del sudore dei miei;

e nel mar di tue lacrime, amore,

io tento di non perdermi,

per aver fresco il ricordo di te.

 


 

 

Torre Pali in settembre

.

Un'estate pregnante di sole salentino,

declina sulla spiaggia triste e sola

e sul mare silente, che s'esprime solo

in armonica carezzevole musica,

veniente dai porti della cultura greca,

da quelli della fame d'Albania

e da quelli che alimentano fuochi di guerra,

d'incultura, di scempio, d'odio ignorante.

"Torre Pali"! La brezza di tante espressioni di voci

ti soffia… che ti suggerisce?

Sei muta, non rispondi;

piangi di leggera onda

e ti copri di rossore con la bianca trina

di onde stanche di storia, di miseria, di dolore.

Tutto è avvolto nel grigio inespresso.

Colore? … Colori?…

Solo sulle barche dipinte

da sogni fantasticati di uomini veri:

i pochi pescatori rimasti.

Non è più tempo di pesca o di Storia.

Il cielo plumbeo annuncia sciroccate piogge;

la logica degli atti umani volti alla tua cura

parla dei silenzi del nulla e di sconfitta.

Fa niente … è la storia di sempre:

la storia del mio paese, la mia storia …

Un gabbiano che stanco riposava sulla torre,

s'è lanciato in alto, sul mare, vola lento

e prefigura conquiste alate di tempo e spazio.

 

 

    

  

 

Nicolino Turi con Valeria Coi nel corso della premiazione del "Canto del Grillo" 2010

 


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